Risus Interruptus.
Con la riapertura dell’anno scolasico, la pausa pranzo in quel di Portogruaro è divenuta una selva selvaggia di ragazzini più o meno chiassosi e della variegata umanità rappresentata dallo scorrazzare dei loro branchi. Per la maggior parte si tratta di creature pittoresche, che non fanno del male a nessuno – al limite al buon gusto – ma ci sono delle sgradevoli eccezioni.
Attraversavo un parcheggio, quando la mia attenzione è corsa al garrulo ridacchiare di tre giovinette, che si aggiravano tra le auto scambiandosi occhiate di complicità e battute troppo frenetiche perché potessi comprenderle. Gioventù allegra, beate loro, piacevole alternativa ai musi lunghi che fin troppo spesso capita d’incrociare. Il germinare di questo seme d’ottimismo è appassito all’istante: le tre mocciose stavano spiaccicando cose su parabrezza e finestrini e ragliavano per celebrare quest’alta opera d’ingegno.
Ho rallentato, le ho puntate e mi sono fermato a qualche passo di distanza, sguardo fisso e braccia incrociate al petto.
La prima se n’è accorta subito. Io fissavo lei e lei fissava me.
La seconda ci ha messo qualche secondo, il tempo di inzaccherare un nuovo parabrezza. Io fissavo loro e loro fissavano me.
La terza si è resa conto di essere restata l’unica a ridere e ha cercato il motivo del silenzio delle amichette. Tutti fissavano tutti, era arrivato il momento:
Che cazzo state facendo alla mia auto?
Il fissa fissa è diventato un fuggi fuggi e mentre la gazzelle (alquanto sgraziate) fuggivano, il leone (paffuto) sorrideva placido e soddisfatto. Finito lo spettacolo mi sono rimesso in marcia verso l’auto… che stava da tutt’altra parte del paese.
Stay Tuned.
Resisto alla tentazione di commentare il titolo.
Ah, la gioventù odierna.
Errore nel latino?
Blog per famiglie. 😎
Oh…
Caaapito.