Se telefonando…

Se telefonando

Ti stavo pensando.
Stavo per chiamarti.
Ti stavo scrivendo un messaggio.

Tutti ce lo siamo sentito dire almeno una volta e almeno una volta l’abbiamo detto. Tutti abbiamo fatto finta di crederci e tutti abbiamo ricevuto la stessa cortesia. A qualcuno è successo davvero e qualcuno ha l’abilità mistica di chiamare segandoti sistematicamente il messaggio che stavi scrivendo… ma nella maggior parte dei casi sono balle, lo sappiamo noi e lo sanno anche tutti gli altri.

Però è vero che appena oltre i confini delle persone con cui abbiamo una frequentazione più o meno assidua si entra nella zona del crepuscolo dei pensieri ricorrenti; persone che ci piacciono abbastanza da non cadere nel dimenticatoio degli ‘ah già, mi ricordo, chissà che fine ha fatto‘, ma con cui condividiamo troppo poco per superare l’inerzia del ‘ma sì dai, la prossima volta‘. Capita di vederli e sentirli – quando succede ci piace pure – ma poi il tempo scorre e tutto sommato non ne sentiamo troppo la mancanza, salvo quando la coscienza ci pungola o le congiunzioni astrali favorevoli non organizzano un incontro.

Avete capito di cosa parlo, vero? Ecco, il soggetto di questa raffinata imago d’umane verità è il blog…
Ci ho pensato spesso, ogni volta mi sono ripromesso di scrivere un post e puntualmente ho trovato una scusa perfetta per non farlo. Non che mi mancassero le idee, anzi, in alcuni casi le idee erano così belle che sarebbe stato un peccato scriverle con così poco tempo a disposizione, meglio un’altra volta, con più calma, per fare le cose per bene.

Dopo l’ennesimo procrastinare, ho scelto la giornata di oggi come termine perentorio per porre fine alla pigrizia dilagante e per cercare di recuperare almeno in parte le buone abitudini che da un anno a questa parte sono andate quasi completamente perdute. Questo è il primo passo, spero non sia anche l’ultimo. E dopo questa perla di saggezza torno a scervellarmi sullo schema delle scene del prossimo racconto… già, perché durante la mia assenza ne ho scritto più d’uno e non aggiungo altro perché potrebbero proprio essere loro l’argomento dei prossimi post.

Stay Tuned.

  1. 10 gennaio 2018 alle 22:36

    in tema “blog” sottoscrivo tutto. io mi sento in colpa e non so come ricominciare senza risultare una palla. a livello strettamente personale mi trovo a dissentire. fino all’anno scorso sarei stata assolutamente d’accordo con te e tuttora credo che nella maggior parte delle situazioni sia effettivamente così. tuttavia dopo tutti gli stravolgimenti fisico-ormonali (e di conseguenza psico-mentali) mi ritrovo davvero a pensare alle singole persone e, non so perché, a non scrivere loro se non dopo del tempo da quando lo volevo fare. e non per pudore o vergogna, anzi. magari solo per una questione di orario sbagliato.
    (per le telefonate, mi pare di disturbare).
    eh… excusatio non petita accusatio manifesta, eh, slog?

    • 21 gennaio 2018 alle 15:10

      Dura ricominciare dopo una lunga assenza è un po’ come con la bicicletta, ma al contrario. In teoria sai come si pedala, ma hai sempre la sensazione di pigiare troppo o troppo poco e ti sorge il sospetto che non sia normale che il mondo ondeggi così tanto…
      Poi tutto fila liscio… o ti schianti a terra. ^_*

  2. Mih.
    14 gennaio 2018 alle 09:30

    Welcome back on blog! 😊

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