Storie Mercenarie.

A dispetto del nome, non si tratta di racconti su commissione, ma di racconti messi in palio e scritti a partire dallo spunto scelto da coloro che li hanno vinti.

Il funzionamento del “concorso” è estremamente semplice:
All’inizio di ogni nuova edizione qual è il numero complessivo dei commenti che sono stati fatti nel blog e quale sia il target da raggiungersi. A conseguimento dell’obiettivo, l’autore (o l’autrice) del commento decisivo si aggiudica il racconto. Il vincitore può quindi scegliere lo spunto (una frase, una situazione, un luogo, un evento, un’immagine, etc…) attorno al quale costruirò il racconto.
Se la situazione lo permette, cercherò anche di farlo partecipare alla stesura, dandogli modo di scegliere l’andamento di alcuni eventi e, di conseguenza, il destino dei personaggi e la forma della trama.

Attualmente le “Storie Mercenarie” sono:

La Congiura: Il primo dei Racconti Mercenari vinto da una lettrice del blog [Perennemente Sloggata], un piccolo esperimento di horror gotico in cui mi sono preso la libertà di disturbare i vampiri ed ho cercato di restituire loro un briciolo della dignità perduta [per saperne qualche cosa di più]. Questo racconto è stato anche pubblicato su Amazon (formato mobi per Kindle) e Lulu (formato PDF).

Sinossi: Cullato tra le ombre di una Città senza nome, il rancore è cresciuto fino a divenire odio ed ha fatto della vendetta l’unica ragione di vita per Angelica. Per anni ha atteso e tramato fino a giungere alla soglia dell’atto finale, le due notti che decideranno il successo od il fallimento delle sue ambizioni di rivalsa. Un breve racconto dal retrogusto gotico in cui sono le passioni più oscure a farla da padrone e la bontà è un lusso che nessuno può permettersi.

Nella Nebbia: Vinto da Alessandro e basato su una frase di “Irradiazioni”, di Ernst Junger.

“Se chiudo gli occhi vedo talvolta un paesaggio oscuro con pietre, rocce e montagne sull’orlo dell’infinito. Nello sfondo, sulla sponda di un mare nero, riconosco me stesso, una figurina minuscola che pare disegnata col gesso. Questo è il mio posto d’avanguardia, sull’estremo limite del nulla: sull’orlo di quell’abisso combatto la mia battaglia.”

Per questo racconto ho deciso di sperimentare ed ho alternato la narrazione in prima persona (che di solito evito) a quella in terza persona, rinchiudendo quest’ultima nel solo uso del presente. Si tratta di una storia breve, che lascia un largo spazio all’immaginazione, poiché luoghi ed eventi, filtrati dalla nebbia che li circonda, non presentano mai contorni assoluti.

Stay Tuned.

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  1. 5 gennaio 2015 alle 16:22

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