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Le frasi che vorrei aver scritto: “Poesia e scuse.”

Penna d'Altri
Torniamo a parlare di Sapkowsky e del suo ultimo romanzo “Il tempo della guerra”. Un brano che segue il precedente di poche pagine e parla della mattina successiva al temporale. Mi rendo conto che senza conoscere i personaggi alcuni scambi possano essere un po’ oscuri e perdano in efficacia, ma spero che l’insieme possa comunque essere di vostro gusto.

La casa era vuota, il mezzuomo e tutta la sua famiglia erano andati a lavorare all’alba. Ciri fingeva di dormire, ma sentì uscire Geralt e Yennefer. Scivolò giù dal letto, si vestì in fretta, sgusciò fuori dalla stanza in silenzio e li seguì nel frutteto.
Geralt e Yennefer si diressero verso l’argine, tra gli stagni screziati di ninfee bianche e gialle. Ciri si nascose dietro un muro in rovina e li osservò attraverso una fessura. Pensava che Ranuncolo, il famoso poeta di cui aveva letto tante volte i versi, dormisse ancora. Ma si sbagliava. Il poeta Ranuncolo non dormiva. E la colse in flagrante. <Ehi, non sta mica bene spiare>, disse, avvicinandosi all’improvviso e ridacchiando. <Un po’ di discrezione, piccola. Lascia che stiano un po’ da soli.>
Ciri arrossì, ma serrò subito le labbra. <Prima di tutto, non sono piccola. Secondo, non li disturbo mica, no?> sibilò con tono insolente.
Ranuncolo si fece un po’ più serio. <Credo di no. Anzi mi sembra perfino che li aiuti.>
<Come? In che modo?>
<Non fingere di non capire. Ieri sei stata molto astuta. Ma a me non l’hai data a bere. Hai finto di svenire, vero?>
<Vero. La signora Yennefer l’ha capito, ma Geralt no…>
<Ti hanno portato tutti e due in casa. Le loro mani si sono sfiorate. Sono rimasti seduti accanto al tuo letto fin quasi al mattino, ma non si sono scambiati neppure una parola. Solo ora si sono decisi a parlare. Là, sull’argine. E tu hai deciso di ascoltarli di nascosto… E di osservarli da un buco nel muro. Hai tanta urgenza di sapere che cosa fanno laggiù?>
Ciri arrossì lievemente. <Non fanno niente. Parlano, tutto qui.>
<E tu… tu vorresti sapere di cosa parlano, non è vero?> Ranuncolo si sedette sull’erba sotto un melo e appoggiò la schiena al tronco, dopo aver controllato che non ci fossero formiche o bruchi.
<Sì… No! Del resto… Del resto, non riesco comunque a sentirli. Sono troppo lontani.>
<Se vuoi te lo dico io>, propose il bardo con una risata.
<E tu come fai a saperlo?>
<Ah, ah. Io, cara Ciri, sono un poeta. E i poeti sanno tutto di certe faccende. Anzi ne sanno più degli stessi interessati.>
<Ma va’!>
<Ti do la mia parola. Parola di poeta.>
<Davvero? Allora… Allora dimmi, di cosa parlano? Spiegami che cosa significa tutto questo!>
<Sbircia un’altra volta dal buco e guarda cosa fanno.>
<Mmm…> Ciri si morse il labbro inferiore, quindi s’inchinò e accostò l’occhio all’apertura. <La signora Yennefer sta accanto a un salice… Stacca delle foglioline e giocherella con la sua stella… Non dice niente e non guarda affatto Geralt… E Geralt le sta accanto. Ha abbassato la testa. E dice qualcosa. No, sta zitto. Oh, ha una faccia… Che strana faccia ha…>
<E’ un gioco da ragazzi.> Ranuncolo trovò una mela nell’erba, la strofinò sui calzoni e la esaminò con aria critica. <Lui le sta chiedendo se gli ha perdonato le sue tante azioni sciocche. Le chiede scusa per l’impazienza, per la mancanza di fiducia, per la testardaggine, per l’ostentazione, per i bronci e gli atteggiamenti indegni di un uomo. Le chiede scusa perché in passato nonha capito, perché non ha voluto capire…>
<E’ una bugia bella e buona! Stai inventando tutto!> Ciri si raddrizzò e si allontanò la frangia dalla fronte con un movimento brusco del capo.
<Si scusa per aver capito solo ora.> Ranuncolo alzò lo sguardo al cielo, e la sua voce cominciò ad assumere il ritmo tipico delle ballate. <Perché vorrebbe capire, ma ha paura di non riuscirci… E per ciò che non capirà mai. Si scusa e chiede perdono… Mmm, mmm… Disillusione… Emozione… Predestinazione? Tutte banalità, accidenti…>
Ciri pestò i piedi a terra. <Non è vero! Geralt non parla affatto così! Lui… non parla affato. L’ho visto. Sta là con lei e tace…>
<Proprio in questo consiste il ruolo della poesia, Ciri. Parlare di ciò di cui gli altri tacciono.>
<E’ sciocco il tuo ruolo. E stai inventando tutto!>
<Anche in questo consiste il ruolo della poesia. Ehi, sento delle voci concitate, sullo stagno. Sbircia, svelta, guarda un po’ che succede.>
<Geralt sta a testa bassa>, disse Ciri dopo aver accostato di nuovo l’occhio al buco nel muro. <E Yennefer gli urla contro come un’ossessa. Urla e agita le braccia. Accidenti… Che può significare?>
<E’ un gioco da ragazzi.> Ranuncolo fissò di nuovo le nuvole che scorrevano in cielo. <Adesso è lei a chiedere scusa a lui.>

A parte la chiusura, c’è una battuta che trovo veramente bella. Vediamo chi indovina di cosa sto parlando.

Stay Tuned.

  1. 31 gennaio 2014 alle 11:38

    A me piace questa: «È sciocco il tuo ruolo. E stai inventando tutto!» «Anche in questo consiste il ruolo della poesia.»

    Però, secondo me, stai parlando di questa: «Proprio in questo consiste il ruolo della poesia, Ciri. Parlare di ciò di cui gli altri tacciono.»

    • 31 gennaio 2014 alle 12:21

      Interessante teoria.
      Ancora qualche giorno per dar tempo ad altre ipotesi… e vediamo. *_*

  2. 31 gennaio 2014 alle 13:26

    Per come ti conosco, è la chiusura “adesso è lei a chiedere scusa a lui”.

    • 31 gennaio 2014 alle 13:28

      Eh sì, infatti… “A parte la chiusura […]” ^_*

      • 31 gennaio 2014 alle 13:29

        Ah ecco… quando si dice che a volte si farebbe meglio a tacere…

      • 31 gennaio 2014 alle 13:31

        Così forse è troppo, ma di certo un po’ più attenzione nel leggere… ^_*

  3. 31 gennaio 2014 alle 13:58

    Secondo me é questa:

    “Perché vorrebbe capire, ma ha paura di non riuscirci… E per ciò che non capirà mai. Si scusa e chiede perdono… Mmm, mmm… Disillusione… Emozione… Predestinazione? Tutte banalità, accidenti…”

    Cioè, deve esserlo!

    • 31 gennaio 2014 alle 14:02

      Potrebbe.
      Vediamo se c’è qualcun altro che vuole tentare. ^_*

  4. Alessandro
    31 gennaio 2014 alle 19:30

    Forse: “Ciri arrossì, ma serrò subito le labbra. sibilò con tono insolente.”

    • Alessandro
      31 gennaio 2014 alle 19:31

      Ma pork! Ciri arrossì, ma serrò subito le labbra. “Prima di tutto, non sono piccola. Secondo, non li disturbo mica, no?” sibilò con tono insolente.

      • 31 gennaio 2014 alle 19:35

        Hahahah. Ok.
        Prendiamo nota… di questa. ^_*

    • 31 gennaio 2014 alle 19:34

      Prendiamo nota anche di questa.
      Avanti il prossimo… venite, provate, alla fine scopriremo il vinciTTore.

  5. 31 gennaio 2014 alle 20:39

    Ma, cosa vincerò?!
    😀

  6. 6 febbraio 2014 alle 10:28

    And the winner is… Mihaela.
    La frase a cui mi riferivo era esattamente quella, seguita dall’altra che ha citato.
    Non per nulla il titolo era “Poesia e scuse.” Quella di chiusura era la battuta sulle scuse, mancava quella sulla poesia ^_*

  7. 6 febbraio 2014 alle 14:06

    Ho Vinto! Ho Vinto! Ho Vinto!
    Evviva!

  8. 6 febbraio 2014 alle 16:52

    Ma che bello sto pezzo

    • 6 febbraio 2014 alle 17:04

      Per certe cose Sapkowsky ha una manina magica.
      Un po’ come Dard – anche se più ‘in piccolo’ – ha la capacità di rendere scambi simili molto reali e palpabili.

  9. 7 febbraio 2014 alle 15:47

    vabbe’ 🙂

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