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Galeotto fu il tavolo…

Stranezze Bibliotechiche

Solo qualche giorno fa – per esattezza il 23 ottobre – ho scritto un Tweet che recitava:

Per chi non lo sapesse: ogni biblioteca ha il suo matto.
Per chi avesse dubbi: ogni matto si siede accanto a me.
#VitaDiBiblioteca

Cosa me l’abbia ispirato è presto detto: la presenza di un individuo che per un paio d’ore almeno non ha fatto altro che leggere tenendo il viso ad una spanna dal suo libro. Che c’è di strano? Quante persone conoscete che leggano e rileggano per ore sempre le prime tre o quattro pagine – ed intendo la seconda e la terza di copertina – alternandole alla copertina, alla costa del libro ed al bordo bianco del volume? Io sono ad uno e vi garantisco che stare a un metro di distanza da un tizio che continua a rigirarsi nervosamente il volume tra le mani non è per nulla rilassante.

Oggi ho scoperto che la mia regola ha una falla: avrei dovuto scrivere “[…] ogni biblioteca ha almeno un matto.” Il resto, d’altronde, si è rivelato esatto ed infallibile perché oggi al mio tavolo di matti ne sono arrivati ben due e considerando che in tutto eravamo tre…

TicTichiTic
Io me ne stavo bel bello al mio posticino – dirimpetto a me c’era il solito matto che leggeva il solito libro – e con le note di un quartetto d’archi sparate nelle orecchie, scrivevo felice.

*Tic tic tic tichitic tic tic tic tichitichitichitic*
Entra un ragazzo. Barbetta incolta portata con disinvoltura, abiti scuri ed una borsa porta computer. Mi chiede se può sedersi lì accanto e dopo aver tolto uno degli auricolari per poterlo sentire meglio acconsento e sposto il cellulare per fargli più spazio.

*Tic tic tic tictictic tic tic*
Ho ripreso a scrivere da un paio di minuti, lui ha finito di sistemare il computer ed ha preso posto. Non fa in tempo a cominciare che mi si rivolge. Nuovo auricolare sfilato ed ascolto…
– Potresti battere più piano?
Colto di sprovvista, rispondo con quel che d’istinto mi passa per la testa. *Non credo, ma farò il possibile.

*tictictic tictictic*
-TOC! TOC! TOC! TOTOC!-
Scrive anche lui, scrive solo con gli indici e pesta come se volesse arrivare direttamente alla scrivania attraverso il pc. Gli lancio uno sguardo, mi accorgo che anche lui ha delle cuffie piantate nelle orecchie e dopo avergli dedicato un piccolo ‘Vaffanculo’ per avermi rotto le scatole per poi far mille volte peggio, torno ai fatti miei.

*Tic tic tititic tictic tichitichitic tictic*
Di nuovo si sporge per attirare la mia attenzione, di nuovo mi stappo un’orecchio.
– CHE DANNO FASTIODIO LE CUFFIE? Lo chiede urlando, che dipenda proprio dalle cuffiete che ancora tiene ben piantate nelle orecchie? Tra i pensieri sospiro, nella realtà accenno un sorriso e rispondo alla domanda che immagino mi sia stata fatta: “Il volume della musica è troppo alto? Si sente e da fastidio?” Buffo che l’abbia posta a me, l’unico altro con delle cuffie e quindi quello che meno può essere disturbato dai rumori.
* No no, nessun disturbo.
– AH, PERCHE’ PEnsav… Sfuma fino a scomparire, coperto dalla musica che ho nuovamente rimesso al suo posto. Sorrido ed annuisco, lui fa lo stesso, tanto nessuno dei due sente l’altro.

*Tic tichitic tititic tichitic tic tic tictictic*
Ariecchilo! Questo sta più sporto verso di me che al suo posto, che sia tutta una manovra per copiarmi? O forse è un mio follower che sta seguendo i Tweet che ho scritto su di lui e si sta divertento?

1. Un tizio mi si siede accanto e qualche minuto più tardi mi chiede se posso “battere un po’ più piano sui tasti” #RespirarePosso?
2. E poi quando scrive lui batte come su un tamburo. Mah…

* Sììì?
– ANCHE A TE VA LENTO? Si riferisce al computer, o meglio alla connessione Wi-Fi messa a disposizione dalla biblioteca ma tutto questo devo indovinarlo perché l’unica cosa certa è che l’uomo – sì, proprio lo stesso che poco prima si lamentava del mio soave batter di tasti – continua ad parlare ad alta voce.
* Sì, un po’, non è mai molto veloce.
– AH, CHIEDEVO PERCHE’ IL MIO E’ VECCHio e allor… Sorrido ed annuisco, torno a scrivere e lo lascio alle sue peregrinazioni.

*Tic tichitic tictic tititic tic tictic*
Occhieggio verso di lui, scorgo un muoversi di labbra e vengo colto da un dubbio, tolgo una cuffia e… l’uomo sta cantando! Oh, non forte, non abbastanza da superare la musica delle mie cuffie (d’abitudine la tengo bassa), ma quanto necessario per essere sentito fino al tavolo accanto.

L’accusa ha finito, se qualcuno se la sente di difendere le ragioni nel nuovo matto si faccia avanti e si prepari a spiegare come, un simile casinista con la musica che gli martellava il cervello, possa aver trovato fastidioso il mio soave ticchettare.

Stay Tuned.

  1. Alessandro
    29 ottobre 2013 alle 00:01

    Ahahahahhah, coraggio! Secondo me hai fatto colpo!! ❤ ❤ ❤
    Solo che sei un mostro, hai il cuore peloso e non cogli.

    • 29 ottobre 2013 alle 00:02

      Ti dirò… certe cose è meglio non coglierle.
      E se hai ragione, allora sono molto molto molto sollevato da non aver colto.

  2. Seylin
    29 ottobre 2013 alle 00:04

    Biblioteche…questi mondi sconosciuti…per fortuna!

  3. 29 ottobre 2013 alle 00:19

    SFI.GA.Too 🙂

    • 29 ottobre 2013 alle 00:32

      Grazie, grazie, molto gentile e soprattutto ragguardevolmente umana e comprensiva.

  4. 29 ottobre 2013 alle 09:41

    Mio pennutissimo amico, ma non sai che esistono le tastiere coi tasti silenziosi?
    Mio pennutissimo amico, ma non sai che esistono simpaticissimi gesti eloquenti, da eseguire, in rilassata semplicità, con una sola mano a tua scelta, di facile apprendimento anche on-line, aggratis, senza bisogno di conseguimento diploma e, soprattutto, tanto, tanto efficaci? Da praticare con discrezione, sotto la scrivania, attirando l’attenzione dello stolto inopportuno con un lieve cenno del capo, onde evitare sanzioni e/o anticipata uscita dal luogo sacro del sapere ^_^

    • 29 ottobre 2013 alle 09:51

      Stavo scrivendo con il Netbook, ha già una tastiera abbastanza morbidina, troppo per i miei gusti. A me piace sentir ticchettare i tasti, un vezzo che deriva probabilmente dall’idea romantica delle vecchie macchine da scrivere. Quelli del Netbook ticchettano molto poco ^_*

      Oh ma davvero? E di quale gesto si tratterebbe, di grazia? Erudiscimi acciocché io possa difendermi nella malaugurata circostanza che una situazione si ripresenti.

      Hahahahah ^_*

      • 29 ottobre 2013 alle 09:55

        Se mi permetto di apostrofarti soavemente con un “paraculo che non sei altro”, verrò bannata dal tuo nido o potrò continuare a elargire le mie preziose amenità? 😛

      • 29 ottobre 2013 alle 09:59

        Facci, facci pure, ma la prego, soddisfi la mia curiosità e mi spieghi a cosa, in particolare, si riferisce cotanta esplosione diGGioia.

      • 29 ottobre 2013 alle 10:04

        Ah, caro Teller, sono un gatto gioioso per natura, tranne quando ho gli sticazzi (mi hai dato l’autorizzazione, ora eccedo in francesismi), perciò, essendo gatto cancerino, e soggetto all’influenza dei cicli lunari, zampetto da un momento di profonda ilarità a baratri di tristismo senza limitismo (tipo: ah, perchè non sono nata vongola?). Il tutto così, senza un vero perché.

      • 29 ottobre 2013 alle 10:09

        Ora è tutto chiaro, accertato oltre ogni ragionevole dubbio eDDunque zampetti dove meglio crede depositando francesismi dove più le aggrada.

      • 29 ottobre 2013 alle 10:12

        Proprio il verbo depositare doveva scegliere? Non risuona armoniosamente, me lo conceda, lei che ne sa di scrittura musicale ^____^

      • 29 ottobre 2013 alle 10:14

        Credo d’aver subito l’influenza del pensiero di ciò che abitualmente il gatto di casa deposita in ogni dove e poiché l’impegno per raccoglierne il pelo è gravoso l’uso di un verbo spigoloso è stato naturale conseguenza.

      • 29 ottobre 2013 alle 10:18

        Ah, purtroppo nulla si può per arginare le copiose perdite di felida peluria. Poichè il gatto, ciò che può, lo deposita nell’apposito tutolo. Mi perdoni la trivialità dell’argomento, ma ci tenevo a difendere la categoria.

      • 29 ottobre 2013 alle 10:19

        In questo caso specifico bisognerebbe trovare qualcuno che difenda me dal continuo vagare di ciuffi di pelo.

      • 29 ottobre 2013 alle 10:23

        In quanto pennuto, non vorrei ricordarLe ciò che la Sua natura Le concede (igienicamente depositando), ma essendo Lei pennuto evoluto, immagino raccolga penne e strenne da per sè O__=

      • 29 ottobre 2013 alle 10:28

        Noi rapaci troviamo la caccia molto emozionante e planare su qualche ciuffo di pelo per ghermirlo ed abbandonarlo nel dimenticatoio è un’attività che mi trova molto affine.
        Predare a ciclo continuo per ore ed ore solo per scoprire che – non appena finito – bisognerebbe ricominciare… ecco, quello c’ammoscia un po’ il piumaggio.

      • 29 ottobre 2013 alle 10:30

        L’importante è che ti limiti a planare sui ciuffi di pelo, e non sul felide che li produce 😀

      • 29 ottobre 2013 alle 10:31

        Plano spesso anche su di lui, ma con ben altri intenti rispetto al gettarlo nel dimenticatoio. Nel suo caso mi trovo animato da uno spirito ben più puccioso.

      • 29 ottobre 2013 alle 10:35

        Io trovo che puccioso sia l’aggettivo più musicale del mondo. Forse perché mi appartiene…^ ^….

      • 29 ottobre 2013 alle 10:40

        Più musicale non saprei, ma è di certo uno dei più simpatici. ^_*

      • 29 ottobre 2013 alle 11:00

        😳

      • 29 ottobre 2013 alle 12:55

        ^_*

  5. 29 ottobre 2013 alle 11:34

    Avresti dovuto iniziare a battere ancora più forte e poi, con aria innocente, affermare «Vedi? Prima era piano.» :mrgreen:

    • 29 ottobre 2013 alle 12:55

      Non volevo dare (veramente) fastidio agli altri… e poi sai, lui può anche cercare il petrolio nel suo pc, io preferisco che continui a scrivere e funzionare.

      • 29 ottobre 2013 alle 12:58

        Mai una soddisfazione, oh! Troppo buono, troppo. 😎

      • 29 ottobre 2013 alle 13:04

        Eh sì…
        Sono una candida Civettina che cerca di non dare mai troppo fastidio agli innocenti.
        In genere mi concentro sui malvaGGi.

  6. 29 ottobre 2013 alle 13:14

    Quanta bontà in una sola Civetta.
    Ammirevole.

    • 29 ottobre 2013 alle 13:19

      Noi Civette siamo piccine piccine, ma un sacco spaziose.

  7. 29 ottobre 2013 alle 22:57

    Povero, aveva bisogno di attenzione 😦

    • 30 ottobre 2013 alle 21:48

      O – citando quel grand’uomo di Alessandro – di un cazzotto in mezzo agli occhi.

      • 30 ottobre 2013 alle 21:49

        …e chi saremmo noi per negarglielo?

      • 30 ottobre 2013 alle 21:53

        Esatto!
        Damoje… ‘n cazzotto a martello. *_*

  8. 30 ottobre 2013 alle 15:41

    ma un bibliotecario non c’è??

    • 30 ottobre 2013 alle 21:51

      Oh sì, ce ne sono diversi.
      Ma non fa abbastanza chiasso per poter giustificare il loro intervento.

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